E’ in dirittura di arrivo il progetto di Clessidra sgr di lanciare un fondo dedicato agli Utp (Unlikely-to-pay), già annunciato nel settembre 2018 dall’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, oggi vicepresidente esecutivo dell’sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Dell’accelerazione del progetto ha riferito ieri Il Sole 24 Ore, precisando che il fondo sarà gestito da Ghizzoni e da Giovanni Bossi, ex amministratore delegato di Banca Ifis, uscito dalla banca dopo che lo scorso marzo a sorpresa l’azionista di controllo Sebastien Egon von Fürstenberg non lo aveva riconfermato al vertice della banca che aveva guidato per 24 anni e che è diventata oggi uno dei player più importanti nel panorama italiano del settore degli Npl (si veda altro articolo di BeBeez). Ghizzoni e Bossi saranno affiancati nella gestione, dal manager bancario Massimiliano Fossati (ex responsabile del risk management di Unicredit) e da Mario Fera, amministratore delegato di Clessidra sgr.
Il nuovo fondo, battezzato Clessidra Restructuring Fund, punta ad acquistare fino a 300 milioni di euro di crediti Utp vantati dalle banche verso aziende industriali italiane in fase di risanamento. Nelle prossime settimane dovrebbero essere completati i conferimenti da parte delle banche, ch che sottoscriverebbero in cambio quote del nuovo fondo, attuando così la derecognition del credito, liberando così capitale di vigilanza. L’anchor investor sarebbe la holding di controllo di Clessidra sgr, Italmobiliare, che, insieme ad altri investitori, conferirà nuova finanza al fondo fino a 50 milioni di euro, destinati a supportare le attività di rilancio delle società debitrici. Una struttura che ricalca quella dei fondi Dea CCR di Dea Capital Alternative Funds sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e dell’ultimo fondo di Pillarstone Italy dedicato al settore shipping (si veda altro articolo di BeBeez).
“Come Clessidra siamo focalizzati sul nostro core business” e cioè “il private equity, però non escludiamo di cominciare a guardare alle ristrutturazioni aziendali e in particolare ai crediti Unlikely to pay“, aveva detto Ghizzoni a margine di un convegno lo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva aggiunto: “A fianco degli Npl si è aperto il mondo degli Utp che è molto interessante”, perché investire in questi crediti significa avere “un approccio molto diverso, perché non parliamo di recupero crediti ma di gestione del credito”. E infine: “Non bisogna dimenticare che con le nuove normative bancarie ogni credito classificato se non ha garanzie particolari entro due anni deve essere coperto al 100%. Penso che le banche cercheranno interlocutori su base continuativa”.
Clessidra ha comprato la scorsa settimana l’80% del gruppo L&S, azienda di Maron di Brugnera, nella provincia di Pordenone, specializzata in illuminotecnica di design (si veda altro articolo di BeBeez). L’investimento è stato effettuato tramite il fondo Clessidra Capital Partners 3, che nel 2016 aveva raccolto 607,3 milioni, dopo la scomparsa del fondatore dell’sgr Claudio Sposito e il passaggio del controllo a Italmobiliare. Il fondo sarebbe in trattative avanzate anche su altri deal, di cui uno potrebbe perfezionarsi già entro l’estate e porterebbe il terzo fondo di Clessidra a essere investito per il 70-75% del totale degli impegni raccolti. Il che significa che a quel punto l’sgr potrebbe pensare a lanciare la raccolta per il quarto fondo, che potrebbe avere un target di 400-500 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).